In occasione della Giornata Mondiale del Cancro Infantile, una lettera da parte del Presidente di Bimbo Tu, Alessandro Arcidiacono, in vista del diciottesimo anno di vita dell'Associazione.
Oggi, 15 febbraio, è la Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile e ci tengo a fare una riflessione sulla storia della nostra Associazione.
Bimbo Tu è nata ormai 18 anni fa, a seguito di un’esperienza che ha cambiato la mia vita e quella della mia famiglia, per sempre.
Sto parlando del cancro infantile.
Un nemico invisibile e crudele, che ad oggi rimane la prima causa di morte per malattia tra i bambini e adolescenti, e che ogni anno segna la vita di oltre 2.300 famiglie in Italia. Numeri drammatici, difronte ai quali è facile sentirsi inermi.
Ogni giorno porto con me, insieme a quella di mio figlio, le storie di tanti bambini e delle loro famiglie: Valentino, Lucrezia, Diego, Alessia, e tanti altri ancora. É con loro e per loro che ci impegniamo ogni giorno per essere presenti tra le corsie degli ospedali.
Se penso alla nascita di Bimbo Tu, ricordo ancora i nostri primi passi all’interno dell’Ospedale Bellaria, di quando eravamo un gruppo di pochi, ma determinati volontari pronti a fare la differenza e disposti a dare tutto per offrire supporto tangibile alle famiglie che si sentivano sole e sopraffatte dalla paura.
Ed ora, alla soglia della maggiore età di Bimbo Tu, sono più di 300 i volontari che, ogni giorno, sono al fianco dei piccoli pazienti ricoverati nei reparti pediatrici degli Ospedali Bellaria, Maggiore e del Policlinico Sant’Orsola, portando loro calore e vicinanza.
Ricordi, storie, pianti e sorrisi… ne avrei tanti da condividere.
Oggi, guardando indietro, voglio soffermarmi e dedicare un pensiero a chi sta affrontando la battaglia più difficile: quella tra la vita e la morte. È vero, non possiamo fermare il dolore, né avere il potere per far sì che queste 2.300 famiglie l’anno si trasformino in 0, ma possiamo far sì che ognuna di queste famiglie, non si senta mai sola.
Perché Bimbo Tu c’è. E ci sarà sempre. Perché finché ci sarà anche un solo bambino che soffre, la nostra dedizione non sarà vana, accompagnati dallo stesso entusiasmo di quel piccolo gruppo che in punta di piedi entrò in ospedale con il sogno di fare la differenza.
Voglio ringraziare di cuore tutti coloro che percorrono questo percorso insieme a noi.
Grazie.
“Perché piccole cose, quelle giuste, cambiano la vita”.
Alessandro Arcidiacono